Si laurea in architettura al Politecnico di Torino nel 1939, quindi inizia la sua attività a Milano nel 1947 dove apre uno studio di design, collaborando con Giuseppe Pagano. Nel 1949 sposa Fernanda Pivano. Fa in un primo tempo parte del Movimento Arte Concreta per aderire poi allo Spazialismo. Dal 1958 inizia la sua collaborazione, che durerà per oltre trent'anni, con la Olivetti in qualità di computer design. L'anno successivo vince il Compasso d'oro, primo di una serie di importanti riconoscimenti internazionali. Nel 1980 apre lo studio "Sottsass e associati" e nel 1981 fonda il gruppo Memphis insieme ad architetti di prestigio di tutto il mondo. Vari sono i campi artistici in cui si sperimenta, in particolare nelle arti visive. Nel 1988 esce Terrazzo, rivista da lui ideata e realizzata, e che uscirà fino al 1996. Grandi mostre internazionali e grande fama: Sottsass è stato uno dei più grandi nomi del design e uno dei maggiori architetti del secolo scorso.
Morì il 31 dicembre 2007 per complicanze cardiache di una influenza.
Morì il 31 dicembre 2007 per complicanze cardiache di una influenza.
"Il mio vago treno accelerato sta entrando in stazione e rallenta molto.
Dal finestrino vedo soltanto treni fermi, vuoti, che aspettano, rotaie vuote, vagoni rossi da trasporto – di quelli che hanno portato i prigionieri a Auschwitz – qualche erba cresciuta in solitudine in mezzo alle macchie nere di grasso.
All'orizzonte la città dei molto risparmiati metri quadri dell'industria edile.
Devo scendere. Non ho più niente da fotografare.
Fuori dalla stazione anche i taxi aspettano. C'è un qualche "Bar – caffé", un negozio di cravatte, la Banca dell'Artigianato, una trattoria con le tendine di pizzo chiuse.
C'è il benessere della civiltà occidentale...
Mi sono sbagliato. In Sardegna, a Cala di Volpe, nel porto avevo visto almeno duecento yacht enormi, bianchi, puliti con grandi mazzi di gladioli rossi sul ponte e belle signorine che aspettavano la notte in bikini.
Forse il benessere è lì ma non ho capito per quale benessere si fanno le guerre. Ahimè!"
Dal finestrino vedo soltanto treni fermi, vuoti, che aspettano, rotaie vuote, vagoni rossi da trasporto – di quelli che hanno portato i prigionieri a Auschwitz – qualche erba cresciuta in solitudine in mezzo alle macchie nere di grasso.
All'orizzonte la città dei molto risparmiati metri quadri dell'industria edile.
Devo scendere. Non ho più niente da fotografare.
Fuori dalla stazione anche i taxi aspettano. C'è un qualche "Bar – caffé", un negozio di cravatte, la Banca dell'Artigianato, una trattoria con le tendine di pizzo chiuse.
C'è il benessere della civiltà occidentale...
Mi sono sbagliato. In Sardegna, a Cala di Volpe, nel porto avevo visto almeno duecento yacht enormi, bianchi, puliti con grandi mazzi di gladioli rossi sul ponte e belle signorine che aspettavano la notte in bikini.
Forse il benessere è lì ma non ho capito per quale benessere si fanno le guerre. Ahimè!"
[Foto dal finestrino, "Domus", Milano, n. 900, febbraio 2007]
NB. Questa foto l'ho realizzata di ritorno da Chicago ,viaggio bellissimo,
guardando dal finestrino ...."l'orizzonte infinito".... ;)
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